Nel passaggio da un corso, un webinar sul controllo di gestione alla realtà aziendale uno dei principali problemi che si incontrano riguarda costi variabili ma non in modo lineare. Costi in sostanza che aumentano in modo più o meno proporzionale rispetto all’incremento dell’attività operativa che li genera.
E quindi come fare? Studiarne l’andamento e identificarne l’intervallo di economicità
[1] Andamento costo variabile non lineare
Studiare l’andamento di costi variabili non lineari non è semplice, è necessario capire bene come un dato costo si muove all’aumentare o meno di una determinata attività. Ad esempio, molti macchinari o impianti necessitano di lunghe procedure di attivazione prima di poter iniziare la produzione, per cui se ci si limitasse al costo dei primi lotti questi sarebbero gravati da un costo molto elevato. Gli stessi impianti, una volta raggiunta l’operatività a regime, anche incrementando i volumi di produzione possono avere un costo che aumenta meno che proporzionalmente. Di conseguenza i lotti di produzione incrementali sarebbero gravati di un costo variabile molto più basso rispetto ai lotti iniziali. E’ quindi necessario determinare l’andamento di ogni singola curva di costo variabile in rapporto all’attività operativa. Questo è uno dei motivi di scollamento tra quanto viene insegnato nei corsi e la realtà aziendale.
[2] Intervallo economicità costo non linerare
E una volta che si è determinato l’andamento della curva di costo che si fa? I volumi delle attività operative dovrebbero essere pianificati in modo da mantenersi nell’intervallo di economicità di costo. Mosto spesso nelle aziende, pur sapendo che la produzione di un dato prodotto è conveniente solo da un determinato volume, si mandano in produzione ordini minori. In questo caso la giustificazione è quasi sempre ‘meglio far lavorare gli impianti‘ con la conseguenza che il costo del prodotto diventa molto più alto di quello previsto e il bagno di sangue è sempre in agguato.
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