Costi fissi e costi variabili

Costi fissi e costi variabili, anche i bambini conoscono la differenza. In tutti i corsi, in tutti i webinar sul controllo di gestione, viene data una definizione accademica delle due tipologie di costo ma quando ci si misura in una concreta realtà aziendale iniziano i problemi. Un costo è fisso o variabile rispetto a cosa e più di tutto in quale periodo temporale.

[1] Rispetto a che cosa

Un costo è fisso o variabile a livello aziendale? Rispetto ad una linea di produzione? Ad una fase di lavorazione? Ad un singolo prodotto? Ad un’area geografica? Uno degli errori che si fa spesso, ad esempio, è quello di ritenere un costo fisso a livello aziendale e magari questo lo è solo per alcune produzioni, di conseguenza da ripartire solo su queste e non anche sulle altre. Stessa cosa con i costi variabili che vanno scomposti ed attribuiti solo alle attività che li generano. Anche in questo caso, molto spesso, si utilizzano criteri generali che non permettono di legarli ad indicatori effettivi di attività.

[2] In quale periodo temporale

In quale periodo temporale un costo può diventare fisso o variabile? Questa è la prima domanda che ci si deve porre. Si sta considerando un periodo temporale di un mese o di cinque anni? Lo stesso costo può essere fisso per un determinato periodo, ad esempio due anni, e variabile per un periodo più lungo. Di fatto non si può analizzare la struttura dei costi fissi senza analizzare con precisione elementi quali, ad esempio, il tasso di obsolescenza e di sostituzione degli impianti o delle attrezzature, la durata di contratti per l’acquisizione di servizi ad un costo prefissato o ancora di più la gestione del personale dipendente.

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Costi fissi e costi variabili

Vincenzo Scardino

Titolare dello Studio Scardino